GURO HÅKENSEN
PITTRICE
ARTISTA
OPERE
OPERA IN CATALOGO
The Shaman and the golden egg
tecnica mista
cm. 50 x 70
CRITICA
L’autrice, in questa fase del suo lavoro, esplora l’arte del popolo Swami (o lappone, com’è comunemente chiamato), riprendendo le sue figure mitiche ma rileggendole alla luce dei maggiori artisti del ‘900, in un viaggio mentale davvero oltre i confini, dello spazio e del tempo.
Alfredo Sgarlato
BIOGRAFIA
Guro Håkensen nasce a Oslo, Norvegia, nel 1969. Fin da giovane comincia a dipingere con uno stile fortemente espressionista, ispirandosi alla natura, con la quale sente un forte legame grazie alle sue radici nell’antico popolo nativo Sami. Vince diversi concorsi per giovani artisti ad Oslo e, successivamente, intraprende una carriera lavorativa internazionale come shipping specialist, non rinunciando alla sua passione per l’arte, tanto che, dopo il trasferimento in Italia nel 2002, decide di approfondire la sua formazione artistica, prima nell’atelier di Lorenzo Rossi, professore d’arte laureato all’Accademia di Belle Arti di Firenze, poi facendosi seguire alcuni anni dall’artista Elisabeth Werp.
Dopo diverse mostre giovanili a Oslo, in Italia espone in molte temporanee, a partire da quella dedicata a “La forza della donna” nel 2010 ad Albenga, fino alla mostra “Le città invisibili” in Sicilia nel 2018 e all’esposizione “Leonardo da Vinci” nel 2021 a Genova presso il Museo Galata. Nel 2021 è in corso la personale “Amplexus – BioAtelie” ad Alassio presso la Galleria Artender a cura di Alessandro Scarpati, ove si trovano i nuovi lavori riguardo gli shamani nordici. Attualmente vive in Liguria dove ha sede il suo studio artistico.
Guro Håkensen utilizza una tecnica originale; su una base di legno o cartone riciclato, incolla pezzi strappati di tela di juta, poi dipinge con colori ad acrilico, stucco, foglia d’oro, per creare elementi figurativi sui toni della terra. La tela, dunque, non è semplice supporto, ma entra a far parte dell’opera a rappresentare la semplicità e la forza degli intrecci tra gli uomini. L’espressione del legame con la terra e la natura è un riflesso della cultura Sami; in particolare i lacerti di tela simboleggiano la precarietà della vita, il suo costante mutare corso, al quale ci si deve adeguare.
Le immagini sono rafforzate dà segni grafici intensi, che hanno richiami nell’espressionismo viennese, in particolare di Schiele. L’artista crea figure quasi senza volto, che hanno una grande forza plastica e insieme una profonda armonia, costruite su poche tonalità di colore, e paiono statue, apparizioni. Nelle opere non vi sono richiami figurativi espliciti alla natura poiché questa vicinanza è espressa in senso spirituale, nell’idea di rispetto, di ascolto, nel collegamento dell’uomo con la sua parte più profonda.
Le opere raccontano frammenti di storie di vita, che esortano a soffermarsi, riflettere; le immagini, icone senza tempo, esprimono una “serenità meditativa”, un invito ad ascoltare la natura, a connettersi con il proprio sé.
È un linguaggio artistico con richiami antichi e allo stesso tempo contemporaneo, teso a ridare valore all’essere umano e ai legami tra gli uomini, legami profondi che non sono quelli superficiali incentrati su benessere, denaro, potere.
In un mondo che sta correndo sempre più rapidamente, l’arte di Guro Håkensen offre l’occasione di fermarsi, di respirare, di addentrarsi tra le sue intense immagini, i colori della terra, gli intrecci della tela, gli echi dei silenzi della cultura Sami, per permettersi di vivere un momento di contatto con se stessi e con la bellezza di esistere qui, adesso.